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    Unione Nazionale Imprese Elettriche Minori

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Storia

La storia di Uniem coincide con le storia delle imprese elettriche minori. E' una storia fatta da piccoli imprenditori caparbi e illuminati con un progetto specifico in mente: portare l'elettricità laddove sembrava impossibile portarla.

Tali imprese elettriche minori non sono state trasferite a ENEL, per mancanza di  interesse  alla loro integrazione,  a riconoscimento del loro ruolo nello sviluppo economico dei territori in cui esse sono nate e continuano ad operare, ma soprattutto alla non perfettibilità dell'organizzazione industriale elettrica  già  raggiunta.  A mo’ di esempio, basti pensare che molte isole minori della Sicilia avevano già l'energia elettrica quando ancora metà della Sicilia utilizzava i lumi a olio per l’illuminazione pubblica.

La legge di nazionalizzazione del servizio elettrico e la conseguente istituzione dell’Enel (ai sensi dell’articolo 4, n.8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643) dichiarava non soggette a trasferimento all’Ente le imprese con produzione e/o distribuzione di elettricità inferiore ai 15 milioni di chilowattora per anno (mediamente nel biennio 1959-60)”.

Successivamente, il decreto del Presidente della Repubblica 18 marzo 1965, n. 342, (recante Norme integrative della legge 6 dicembre 1962, n. 1643 e norme relative al coordinamento e all’esercizio delle attività elettriche esercitate da enti ed imprese diversi dall’Ente nazionale per l’energia elettrica), disponeva il trasferimento all’Enel delle imprese che per due anni consecutivi avessero distribuito energia acquistata da terzi per motivi ricorrenti e non occasionali.

Negli anni ottanta, in attuazione del Piano energetico nazionale 1981, la legge 29 maggio 1982 n. 308 elevava il limite dei 15 GWh, stabilito dalla legge n. 1643/62, a 20 GWh annui per le imprese che operavano nelle isole minori, mentre consentiva il superamento del limite dei 15 GWh nel caso in cui l’incremento fosse prodotto con fonti diverse dagli idrocarburi (con un limite massimo di 40 milioni di kWh).

In ultimo la legge 9 gennaio 1991, n. 10 ha stabilito che tale limite di produzione/distribuzione non fosse applicato alle imprese produttrici e distributrici a condizione che l’energia elettrica prodotta venisse distribuita entro i confini territoriali dei comuni già serviti dalle medesime imprese produttrici e distributrici alla data di entrata in vigore della presente legge.

La Direttiva 2009/72/CE relativa a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica ha poi previsto la possibilità di introduzione di una deroga per i piccoli sistemi isolati e i microsistemi isolati alle disposizioni lì contenute (Art. 44, (1)). Non sono cioè necessarie misure di separazione societaria delle società verticalmente integrate per le imprese operanti in tali sottosistemi.

Sia la legislazione comunitaria che quella nazionale hanno sempre garantito la natura delle imprese verticalmente integrate ai fini della sicurezza, efficienza ed economicità del servizio dato l’ambito territoriale in cui si trovano ad operare. In questo modo, le imprese elettriche minori sono riuscite a garantire nel corso degli anni che lo sviluppo economico delle isole minori potesse aver luogo, nel pieno rispetto dei limiti ambientali e paesaggistici di territori che oggi rappresentano una meta turistica di suggestiva bellezza e molto ambita da milioni di turisti, italiani e non, ogni anno.